sabato 1 agosto 2015

Riflessione sull'Arte del combattere

Riflettevo giusto oggi sull'abilità che un'artista marziale allena quotidianamente e su quanto questa possa metterlo nelle condizioni di ferire o addirittura togliere la vita. In un combattimento reale dove si rischia la vita qual'è il limite che siamo disposti a superare? Perché una cosa è simulare uno scontro, ma quando devi veramente lottare per la vita siamo pronti a usare le nostre armi fino in fondo (ferire gravemente sino a togliere la vita)? Culturalmente cresciamo con l'obbligo, anzi il dovere, di non nuocere ai nostri simili e pratichiamo un'arte nella quale tale regola viene ribadita quotidianamente. Ma in uno scontro reale siamo coscienti che non esistono onore o principi, non c'è mente, non ci sono regole ma solo una grande determinazione a sopraffare il proprio avversario pur di portare a casa la propria o l'altrui incolumità. Abbiamo veramente la forza di sopportare il peso del male che potremmo arrecare? Senza entrare nel merito dei rischi legali! C'è chi potrà affermare che in situazioni limite non esistono paure sulle implicazioni legali o morali, ma non siamo animali dotati del solo istinto e la mente se non correttamente addestrata può diventare un grande ostacolo. La verità è che cerchiamo di apprendere e insegnare tecniche che garantiscano il controllo alimentando un' illusione, perché siamo tutti consapevoli che non esiste il controllo assoluto nella vita reale.
Forse la soluzione a questa impasse risiede nel nostro Spirito e nella sua capacità di dominare la mente e il corpo divenendone regista e attore. Se siamo in armonia con il nostro Spirito e siamo disposti a lasciarlo libero di esprimersi il controllo diviene inutile poiché l'energia a cui attingiamo ci consente di cancellare paure, dubbi, dolore divenendo dei guerrieri determinati e pronti ad affrontare ogni sorta di avversità. Chiedo perdono per la lughezza, ma grazie Maestro per lo spunto di riflessione. Buona notte.